Dott.ssa Alice Migliari Psicomotricista e Pedagogista
Informazioni personali
giovedì 23 settembre 2021
Il significato dei Patti. La filosofia che aiuta a condividere.
giovedì 1 aprile 2021
LA PSICOMOTRICITA’.
DIFFICILE DA PRONUNCIARE, FACILE DA AMARE.
Nascita
e apporti.
La
psicomotricità nasce nella seconda metà del XX secolo e si avvale dell’apporto
di diverse discipline tra cui: pedagogia, psicologia, neurologia,
neurofisiologia, neuropsichiatria infantile e pediatria che ne costituiscono il
supporto scientifico. Questa multidisciplinarità risponde alla necessità di
superare il dualismo mente-corpo e la conseguente parcellizzazione del sapere
per assumere una visione globale della persona.
La
dimensione corporea: la matrice della psicomotricità.
In campo
psicomotorio, grazie a questi diversi e complementari apporti teorici, si
afferma l’importanza del corpo e del suo
linguaggio nell’infanzia quale modalità privilegiata dal bambino per
incontrare il proprio mondo interno, quello degli altri e delle cose.
L’utilizzo
consapevole e tecnico della dimensione corporea da parte dell’adulto impegnato
nel processo educativo e di aiuto si impone, come via privilegiata, di
intervento e lavoro.
Il
gioco: proposta psicomotoria per eccellenza
Il gioco
infantile che coinvolge il corpo del bambino mette in gioco la parte
motivazionale più forte e intensa e, attraverso di essa, il bambino entra in
contatto con le fibre più profonde del suo essere in senso globale.
Il gioco
è un fenomeno profondamente esistenziale, presente in ogni epoca e parte del
mondo ed è dotato di una sua grammatica interna.
Appartiene
al processo evolutivo del bambino ma è l’adulto che gli attribuisce spazi,
tempi, significati e oggetti. Alla sua base vi deve sempre essere il piacere
del fare e mai il piacere di ricevere un giudizio.
In psicomotricità i giochi,
caratterizzati da una forte intensità motivazionale ed emotiva e ai quali è
dedicato uno specifico spazio, sono di due tipi:
1.
Gioco
senso-motorio
Saltare,
cadere, rotolare, girare, scivolare e tutti i giochi in cui ci si mette alla
prova con la forza di gravità oltre che sperimentarsi lungo l’asse equilibrio e
disequilibrio. Infatti l’oggetto di ricerca nelle sperimentazioni del bambino
in questi tipi di giochi ruota attorno alla paura della caduta e la sua
conseguente emozione.
Si
aggiungono a questa tipologia di giochi tutti quelli che investono la
muscolatura più attiva nel rapporto che il bambino ha con il mondo esterno;
vale a dire: prendere, lasciare, tirare, lanciare, trascinare e dare.
Questi movimenti per il bambino sono
importanti perché gli permettono di vivere il proprio corpo come abile e
competente, distinto e diverso, in via di formazione ma individuato come
proprio e unico. Questo ha una ricaduta fondamentale nel processo di
individuazione del bambino (costruzione di una propria identità corporea) e
nella formazione di una positiva immagine di sé (autostima).
2. Gioco simbolico
Verso la
fine del secondo anno di vita il bambino si avvicina a una tipologia di giochi
infantili fondamentali e che lo accompagneranno a lungo nel suo processo di
sviluppo, cioè il gioco simbolico e il “far finta di”.
Anche in
questo gioco è forte la componente emotiva che si esprime grazie alla
proiezione e personificazione di ruoli (la mamma, il figlio, il ladro) e
personaggi (supereroi, animali) scelti dallo stesso bambino.
Queste
esperienze di gioco sono fondamentali per il suo sviluppo psicologico.
Grazie a questo tipico linguaggio si
accede alla tappa della costruzione della propria identità a livello più
mentale e psichico. Il simbolico permette di giocare tutti i temi propri dello
sviluppo infantile tra cui il legame di attaccamento, l’accesso e
l’alfabetizzazione al mondo dell’intersoggettività (comunicazione umana) e il
complesso edipico (necessario per conoscere e iniziare a padroneggiare la
propria identità di genere).
Il
perché della psicomotricità. Riflessioni finali.
Attenzione
perché non si tratta di insegnare ai bambini cosa devono dire o fare. Infatti
in ogni epoca e cultura queste sono state le strutture fondamentali del gioco
spontaneo del bambino. Lo scopo della psicomotricità è offrire una
organizzazione didattica a ciò che il bambino porta in sala, a ciò che ha
sempre fatto e sempre farà.
In particolare il compito dello
psicomotricista sarà quello di ricevere il vissuto emotivo del bambino,
rivelato dal suo gioco e rimandarglielo in modo fecondo per il suo sviluppo
psichico.
Ecco perché è tanto importante la sala
di psicomotricità con il suo specifico setting. Solo grazie a uno spazio, un
tempo e un materiale pensato e progettato dall’adulto per quel bambino si potrà
restituirgli il suo piacere e la sua emozione che rappresentano gli ingredienti
fondamentali per la sua crescita e il suo benessere.
Bibliografia:
B.
Aucouturier, I. Darrault, J.L. Empinet, La
pratica psicomotoria. Rieducazione e terapia. Armando Editore , Roma, 2004.
G.Nicolodi,
Il disagio educativo al nido e alla
scuola dell’infanzia, FrancoAngeli, Milano, 2018.
G.
Nicolodi, L’educazione psicomotoria
nell’infanzia. Lo sguardo come presenza: principi, obiettivi e metodologia.
Erikson, Trento, 2015.
Luisa
Formenti, Psicomotricità educazione e
prevenzione. La progettazione in ambito socioeducativo. Erikson, Trento,
2013.
giovedì 7 maggio 2020
PARALLELISMI E ALLEANZE
- al bambino, grazie all’andare avanti e indietro del cane, di elaborare e quindi controllare, a livello psichico, la stabilità dell’immagine della madre quando questa scompare momentaneamente;
- al cane di soddisfare il proprio istinto predatorio imparando la relazione positiva con l’uomo e sviluppando capacità cognitive.
mercoledì 22 aprile 2020
- vasca da bagno o una bacinella da bucato grossa che permetta al bambino di immergersi;
- bicchieri di plastica dura;
- scolapasta;
- giochi o oggetti che galleggiano: es. paperelle, pesciolini o semplicemente un tubetto di Shampoo vuoto;
- giochi o oggetti che affondino in acqua (es. gioco batman, semplice saponetta);
- ma l’ingrediente più importante è la voglia e la pazienza di accompagnare il bambino/a nei giochi e nelle sperimentazioni in acqua, vivere assieme avventure che possono anche fare paura ma che, grazie alla sicurezza e al divertimento saranno importanti occasioni di crescita. Quindi è fondamentale l’atteggiamento di tranquillità del genitore (evitando il … dai, facciamo veloce che dobbiamo andare a cena ...) e vegliare sulla sicurezza sia fisica, offrendo il proprio sostegno corporeo, sia psicologica, offrendo sempre e comunque il nostro sguardo, la nostra attenzione e presenza. Se dovesse accadere che il piccolo/a scivoli e beva l’acqua sollevatelo/a fategli un gran sorriso e via di nuovo a giocare, mantenete la calma così da potergliela trasmettere. Ricordatevi che le emozioni hanno la caratteristica di saltare da una persona all’altra, dal genitore al bambino e viceversa.
martedì 31 marzo 2020
Che cosa ha portato l’arrivo del Coronavirus e quali significati e differenti prospettive si sono aperte per noi professionisti della cura e della relazione?
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